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Il prigioniero politico Julian Assange finisce in «Camera caritatis»

8 Dicembre, 2021

Da “Il Manifesto” 5.12.21 – Gian Giacomo Migone, 05.12.2021

È attualmente detenuto nel Regno Unito ed è a forte rischio di estradizione negli Stati Uniti, con conseguenze fisiche e morali che non è difficile prevedere

La Camera dei Deputati ha appena respinto, con 225 voti contrari, 22 favorevoli e 137 astenuti, una risoluzione presentata dal gruppo di Alternativa (fuorusciti dal M5S in occasione della costituzione del governo Draghi), prima firma Pino Cabras, vice presidente della Commissione Esteri, che impegnava il governo italiano a intervenire per la tutela di Julian Assange, attualmente prigioniero politico nel Regno Unito e a forte rischio di estradizione negli Stati Uniti, con conseguenze fisiche e morali che non è difficile prevedere.

Se risulta scontata l’opposizione di Forza Italia il suo portavoce di politica estera, Valentino Valentini, ha denunciato il fondatore di Wikileaks quale autore di «un atto di sabotaggio sistemico»
e della Lega, come anche il parere contrario del governo Draghi, risulta lesivo di ogni elementare diritto umano e di diritto democratico alla conoscenza di atti governativi il voto negativo compatto dei deputati del Pd e, a dir poco, contradditorio, quello di astensione da parte dei loro colleghi del M5S e di LeU che pur continuano a dichiararsi solidali con Assange.
Sgombriamo, innanzitutto, il campo da una pur colpevole ignoranza da parte di parlamentari della materia in oggetto, anche se, forse, relativamente poco interessante perché non attinente alla durata della legislatura.

Assange e, successivamente, Frank Snowden, con l’aiuto di Chelsea Manning – più recentemente, proprio pochi mesi Daniel Hale, il giovane esperto di guerra dei droni che ne ha rivelato l’uso criminale nella guerra afghana ed è stato condannato da una Corte militare a 4 anni di carcere , sono stati i protagonisti di una grande operazione di trasparenza democratica, rivelando la documentazione, abusivamente secretata dal governo degli Stati Uniti, che ha messo a disposizione del pubblico fatti occultati riguardo alle guerre condotte, in alleanza con la Nato, Italia compresa, in Afghanistan, Iraq e Libia, con esiti tragici ancora in atto.

Sulla scia della pubblicazione dei Pentagon Papers, ad opera di Daniel Ellsberg, che in tempi lontani contribuirono in maniera importante a segnare la fine della guerra contro il Vietnam, la nuova documentazione è stata messa a disposizione di un più vasto pubblico, per opera di alcune delle più importanti testate mediatiche internazionali, anche se quelle italiane, con poche eccezioni virtuose, rimasero cospicuamente silenti.

In questi, come in altri casi, hanno rotto questo silenzio, oltre che le forze politiche oggi astenute, alcune testimonianze importanti quali quelle generate dalle iniziative di una commissione del Senato presieduta dal senatore Giovanni Marilotti (anch’egli ex M5S, ora indipendente nel gruppo Pd) e dall’opera d’inchiesta giornalistica di Stefania Maurizi, culminata con la pubblicazione di un libro dedicato al caso Assange (cfr. “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks”, Chiarelettere, 2021); che, in maniera serena e documentata, tra l’altro ricostruisce il non luogo a procedere, da parte della magistratura svedese, per una accusa di stupro, accertata come non sussistente che, in una fase precedente, avrebbe potuto determinare l’estradizione di Assange, agognata dalle autorità di Washington.

Sicuramente più diffusa, alla Camera dei Deputati, anche tra le forze di centro sinistra, è la

perdurante «ibidine di servilismo» nei confronti degli Stati Uniti, per usare una definizione coniata, all’epoca della Costituente, da Vittorio Emanuele Orlando, ex presidente del consiglio, liberale. Un fenomeno, o atteggiamento, che si ripropone puntualmente ogni volta che si affaccia anche lontanamente una possibile divergenza di orientamento politico con il pur declinante alleato di Washington.

In questo caso vi è di più. Il caso Assange mette in gioco il diritto democratico dei cittadini alla conoscenza delle scelte di governo e le motivazioni che lo accompagnano. I paladini della Ragion di stato, che a parole si dichiarano favorevoli ad ogni possibile trasparenza, lo temono quale pericoloso precedente. Ad esempio, quale seguito intende dare Mario Draghi ai suoi impegni di accesso ad atti del passato, tuttora politicamente rilevanti, anche recentemente invocati dal presidente Mattarella?

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Lucia Goracci annuncia la II edizione del “Premio Mimmo Càndito per un giornalismo a testa alta”

26 Ottobre, 2021

Lucia Goracci, inviata sui fronti di guerra per il TG3, è una donna in gamba e tosta. Lo si percepisce subito in questo filmato che ha aperto la conferenza stampa di annuncio della seconda edizione del “Premio Mimmo Càndito per un giornalismo a testa alta”, del quale è socia fondatrice.
Il breve ritratto che Lucia disegna del nostro Mimmo si interseca con un’acuta analisi del terreno sul quale si muove questo tipo di giornalismo così affascinante e pericoloso, con tutte le complicanze e le problematiche che pone la nostra èra.

Marina Lomunno, ex allieva, scrive del Premio Mimmo Càndito su “La Voce e il Tempo”

25 Ottobre, 2021

I due giornalisti Nobel per la Pace, e il mestiere della ricerca della Verità

La giornalista è stata fra gli ospiti della presentazione della seconda edizione del Premio, annunciata il 18 ottobre scorso al Salone del Libro. Qui accosta la figura del nostro reporter di guerra a quella dei due colleghi insigniti del massimo premio mondiale, “certamente in linea con la vita professionale e umana di Mimmo”

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Il Bando della seconda edizione

14 Ottobre, 2021

Il regolamento è il momento principe di un premio. Per la seconda edizione del Premio Mimmo Càndito – Giornalismo a Testa Alta, l’Associazione a lui intitolata ha elaborato una nuova serie di regole snelle che, come già la scorsa volta, consentiranno di accedere a tutte le figure del mondo giornalistico, che agiscono in qualunque ambito, dalla rete alla carta stampata (alla quale fieramente il nostro inviato molto speciale apparteneva).Le sezioni nelle quali concorrere sono due: Opera di Inchiesta e Progetto di Inchiesta. Il materiale dell’Opera dovrà appartenere al periodo che va dal 15 gennaio al 30 settembre 2021.

Per entrambe le sezioni, il tempo previsto per l’invio va dal 15 gennaio al 15 aprile 2022 (abbiamo mantenuto la data del 15 gennaio perché è il giorno del compleanno di Mimmo Càndito).Una novità è la collaborazione con la Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma, gli allievi della quale sceglieranno in autonomia la loro opera preferita, alla quale andrà una menzione speciale.Vediamo segnali di grande attenzione intorno a questa seconda edizione. Qualcuno ha addirittura iniziato a inviare materiale prima ancora che fosse diffuso il regolamento: che trovate qui sotto, e che sarà presentato lunedì 18 ottobre al Salone del Libro alle 14,15, nella Sala Blu. Vi aspettiamo

Marinella Venegoni

Vai al bando della seconda edizione 2021-2022

Mimmo Cándito, torna il Premio Giornalismo a Testa Alta

7 Ottobre, 2021

Il Premio al Salone del Libro

Lunedì 18 ottobre 2021, ore 14,15 Sala Blu

(I ricordi dei suoi allievi e dei colleghi)

Dopo il notevole successo del debutto, l’Associazione intitolata al grande reporter di guerra presenta le novità della seconda edizione. Introducono Marinella Venegoni e Gian Giacomo Migone. 

Partecipano Gianni Marilotti, Giampiero Buonomo, Marina Lomunno, Fabrizio Assandri e Simona Carnino, vincitrice della prima edizione. In collegamento Lucia Goracci del TG3.


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