Mimmo Càndito, giornalista, reporter di guerra, analista, scrittore di numerosi libri, direttore per 18 anni dell’”Indice dei libri del mese”, professore universitario assai amato dai suoi studenti – prima a Genova, poi a Torino fino alla scomparsa – è stato una delle firme di punta del quotidiano La Stampa, sulle cui pagine ha raccontato le più drammatiche crisi mondiali degli ultimi 40 anni: Medio Oriente, Afghanistan, Iran, Iraq, Africa, America Latina, Maghreb, il dramma dei Tutsi e degli Hutu in Rwanda, l’Asia. Ma anche l’Australia, la Turchia, l’India, la Spagna, i terroristi dell’Eta e dell’Ira, gli indios perduti nella foresta dell’Amazzonia e mai raggiunti prima dall’uomo bianco, quelli anche del Perù.
Dal 1999 è stato presidente italiano di Reporters Sans Frontières. Ha condotto numerose serie di “Prima Pagina” su Rai Radio 3, guadagnandosi un ascolto eccezionale. La sua abilità nel raccontare storie drammatiche in modo piano e comprensibile, con straordinaria efficacia e mettendo sempre l’uomo in primo piano, senza trascurare l’inquadramento storico e geografico, ne hanno fatto un oratore affascinante, che ha lasciato il segno dovunque fosse invitato a tenere conferenze.
Era assai appassionato di fotografia, e anche se non ne parlava con nessuno ha fissato molti documenti interessanti delle sue esperienze di viaggio. Ha vinto tra gli altri i principali premi giornalistici della fine del secolo scorso, il Max David e il Luigi Barzini, e nel 2017 la prima edizione del Premio Leviti di Sky per gli inviati di guerra.