Notizie

ASSEMBLEA TEATRO – “ABBASSA LA TUA RADIO PER FAVORE”

3 Marzo, 2023

Cronache di un reporter di guerra
Un ricordo di MIMMO CANDITO
Che da 5 anni non c’è più
3 marzo 2023, ore 21
Circolo dei Lettori – Sala Grande
via Bogino 9 – Torino

Informazioni e iscrizioni a questo link.

Ne ha parlato oggi SC&S:

SILVIA FRANCIA
Belle foto di Mimmo Candito ce ne sono molte. Album interi di immagini scattate in diverse parti del mondo anche sui fronti delle tante guerre che seguì da grande inviato de “La Stampa”. Ma quella che forse colpisce di più lo ritrae nel soggiorno di casa, biancovestito, con la pelle abbronzata, un bel sorriso aperto e la giacca di un’arancio che mette allegria. Stesso colore di un piatto colmo di mandarini che sta alle sue spalle, sul tavolo, in piacevole rinvio cromatico.
Pensi al fermo-immagine di un momento gioioso, di domestica serenità. Invece Mimmo era a un passo da una morte annunciata (che sarebbe arrivata davvero di lì a pochissimo). E allora, riconosci in quello scatto il coraggio di chi sa di dover partire per un nuovo e oscuro fronte ma non si tira indietro. Anzi, prova a far buon viso a una sorte maligna, a esorcizzarla, accogliendola con piglio cordiale. Magari anche per rasserenare chi resterà.
E allora, chi è rimasto fa benissimo a scegliere di ricordalo, nel quinto anniversario della morte, senza l’ufficialità lacrimosa delle commemorazioni – che probabilmente non gli sarebbe piaciuta – e assolutamente fuori di retorica. Questa è stata, appunto, l’intenzione di Marinella Venegoni, compagna e poi moglie di Candito per oltre cinquant’anni, che ha coinvolto nell’impresa l’amico regista Renzo Sicco. «Sia io che Mimmo eravamo legati a Renzo da un legame antico, d’amicizia e di stima e così ho voluto affidare a lui il compito di ricordarlo con una serata che non fosse pesante o troppo celebrativa, ma includesse le sue parole, qualcuno dei suoi scritti e anche quella musica che lui amava tanto». Nulla di paludato, insomma, attorno a questo quinquennale – programmato per domani alle 21 al Circolo dei Lettori (ingresso libero con prenotazione) ma, invece, una bella circolazione d’affetti.
Conferma Sicco: «Ricordare un amico è fondamentale perché, come ci ha insegnato Luis Sepúlveda, “fino a quando continueremo a ripetere le parole dei nostri assenti, in qualche modo li manterremo in vita”. Per Mimmo, abbiamo pensato di farlo rievocando le sue riflessioni sulla radio come mezzo di propaganda e informazione. Sarà dunque un ricordo leggero, fatto con le sue stesse parole». E, ancora: «Una lettura di sue pagine, interpretate dall’attore Eugenio Gradabosco, ci accompagneranno nella rivisitazione della storia della radio, soprattutto in funzione della comunicazione e della propaganda in tempo di guerra. Argomento quanto mai attuale: anche se ai giorni nostri sono cambiati i media, le dinamiche e gli intenti restano simili». Le citazioni dell’autore saranno miscelate alla visione di alcuni spezzoni dello spettacolo “Radio Londra” di Assemblea Teatro, che affronta lo stesso argomento dal punto di vista musicale. Infine, Cristiana Voglino, accompagnata al piano dal maestro Rinaldo Bellucci, interpreterà alcune canzoni sul tema della guerra. E proprio pensando ai venti di guerra nuovamente soffiano in Europa, Sicco conclude: «Anche per questo ci affidiamo alle parole di un grande uomo, un grande giornalista, per provare a dare un po’ di conforto alla nostra coscienza e continuare a costruire speranza per il nostro futuro. Perché bisogna continuare ad amare l’umanità, proprio come faceva Mimmo».
Le pagine prescelte sono tratte da “C’erano i reporter di guerra”, edito da Baldini & Castoldi, ultimo libro scritto dal giornalista nato a Reggio Calabria, poi trasferitosi a Genova, dove iniziò a collaborare con “Il Lavoro” scrivendo di cinema e cultura, prima di passare, nel 1970, a “La Stampa”, testata per cui divenne inviato speciale e commentatore di politica internazionale. Proprio alla “Stampa” Mimmo – a cui è dedicato anche un premio giornalistico – conobbe anche il suo grande amore, Marinella Venegoni. «Per la verità ci siamo incontrati per la prima volta fuori dalla porta del giornale, per andare a pranzo con un collega, quando io ancora non lavoravo per “La Stampa”. Da allora non ci siamo più lasciati» racconta Marinella.

Il video della Premiazione della II Edizione

18 Gennaio, 2023

Il sito del Premio Mimmo Càndito si arricchisce di un canale You Tube che inauguriamo con la cronaca dell’annuncio dei vincitori della seconda edizione, avvenuto il 16 gennaio al Circolo dei Lettori.
Una serata di giovani promettenti e di grandi protagonisti del giornalismo di oggi, come il direttore de La Stampa Maurizio Giannini le cui parole suggeriamo di non perdere.

Una festa per Mimmo e per l’Informazione
alla II edizione del Premio che gli è intitolato

18 Gennaio, 2023

(I vincitori, i menzionati, il direttore Giannini e non solo, presto qui e sul canale You Tube del Circolo dei Lettori)

Una bella “festa dell’Informazione” al Circolo dei Lettori di Torino, dove l’altra sera si è tenuta la premiazione dei vincitori della seconda edizione del Premio Mimmo Cándito per un Giornalismo a Testa Alta. Sala esaurita, molta attenzione, discorsi alti che ascolterete se vorrete dal video che a breve andrà sul canale You Tube del Circolo stesso, dove potrete assistere all’intera serata. Vincitori bravissimi, simpatici e qualcuno emozionato. Ospite d’onore il direttore de La Stampa Massimo Giannini, che è rimasto fino alla fine: ha interloquito con i premiati, ha risposto alle domande.
Dei Giurati mancavano Vincenzo Vita, trattenuto a Roma da un’influenza, e Simona Carnino, attualmente in Guatemala per un reportage, mentre lo scrittore Marco Revelli è intervenuto da casa e ha parlato di Mimmo in termini che hanno suscitato commozione. Il collega Paolo Griseri ha guidato la serata con piglio deciso.

Accompagnamo l’accurato comunicato con qualche foto, per darvi un’idea di cos’è stato, in attesa del video che troverete pure qui appena disponibile.
Un grazie riconoscente al professor Gian Giacomo Migone che ha ideato il Premio. Un grazie solenne a Elena Loewenthal, direttrice del Circolo e grande e generosa ospite del nostro Premio.

Da sinistra: Gian Giacomo Migone, Paolo Griseri, Marinella Venegoni, Marina Forti, Massimo Giannini.  Alle loro spalle, Marco Revelli

La giuria della seconda edizione del Premio Mimmo Candito – per un Giornalismo a Testa Alta, composta dal Presidente Paolo Griseri (La Stampa), Marina Forti (Internazionale), Simona Carnino (vincitrice della prima edizione) e Vincenzo Vita (Il Manifesto) ha così votato.

1) Premio OPERA

Federica Tourn: “Quel prete è uno stupratore”, con la seguente motivazione:

“Sugli abusi sessuali subiti dalle suore e non di rado coperti dalle autorità ecclesiastiche, ha il pregio di trattare un argomento raramente riportato sulle prime pagine dei media, soprattutto in Italia, e il vantaggio della completezza delle testimonianze. Una indagine vecchio stile, che si basa sulla forza del racconto, un meticoloso uso delle fonti e la capacità di scrittura e che, in questo caso, non può, per ovvie ragioni, essere sostenuta da immagini e testimonianze video.

Sullo sfondo il tema delle discriminazioni di genere nella Chiesa Cattolica e in particolare nelle missioni africane. Perché un’inchiesta sulla Chiesa Cattolica è per sua natura globale e coinvolge culture e aree geografiche molto lontane tra loro. Di particolare interesse le testimonianze delle suore che, dall’interno della Chiesa, cercano di denunciare gli abusi e provano a modificare lo stato di cose esistenti. Un ottimo lavoro che merita il premio a un giornalismo d’inchiesta disposto a raccontare verità scomode. Anche quelle di fede.

MENZIONE 

La giuria ha anche deciso di assegnare una menzione particolare al reportage di Daniele Bellocchio sul Nagorno Karabakh. Il lavoro di un coraggioso freelance che si distingue per l’articolata struttura del reportage e la capacità di seguire sul campo nel corso del tempo le vicende di una guerra ormai dimenticata.

2) Premio Progetto d’Inchiesta

Letizia Tortello: “Marocco, donne fuori dal Medioevo”

Il progetto di Letizia Tortello sulla condizione delle donne in Marocco ha il pregio di un programma preciso e definito, in grado di raccontare la difficile transizione della società marocchina verso il superamento della tradizionale disparità di genere. Lo fa proponendosi di ascoltare le testimonianze delle associazioni di donne marocchine e raccontare le realtà in cui, al contrario, la loro condizione è ancora soggetta a forti discriminazioni. 

Più che nella contrapposizione un po’ macchiettistica tra modernità e medioevo, l’interesse del progetto è proprio nella realtà sempre più embricata che lega Italia e Marocco. Non solo a Torino, la città italiana con il maggior numero di residenti di origine marocchina, ma anche in molti altri centri della Penisola. Le donne che emigrano dal Marocco sono spesso badanti, colf, commercianti, fanno parte della nostra società. L’influenza reciproca tra le due culture di riferimento determinerà inevitabilmente un pezzo del nostro futuro.

3) Menzione speciale degli allievi della Scuola di Giornalismo “Lelio Basso” di Roma, nostra partner

Valerio Cataldi: “Mario che costruiva la pace”

Riaccende l’attenzione su un evento troppo presto messo a tacere, la morte di Dario Paciolla in dubbie circostanze, mettendo a fuoco sia l’operato sospetto degli inquirenti colombiani, sia il silenzio mantenuto dalle Nazioni Unite sul caso. 

Chi sono i vincitori

Federica Tourn, professionista freelance piemontese, autrice di reportage internazionali da zone calde, esperta di problematiche femminili e religiose. 

L’articolo è stato pubblicato su “Millenium”, mensile del Fatto Quotidiano.

Daniele Bellocchio (menzione). Pubblicista freelance di Lodi, si occupa di tematiche internazionali e reportage da zone problematiche del globo, su tv, radio, web e carta stampata. Il suo lavoro è pubblicato da Inside Over

Letizia Tortello, torinese, professionista a La Stampa. Inviata in Ucraina e curatrice di inchieste su vari paesi europei. Coautrice del libro “Goodbye Merkel. Perché per 16 anni ha governato lei”.

Valerio Cataldi (menzione). Romano, caporedattore delle inchieste di Rainews dove cura il programma Spotlight. Specializzato in criminalità organizzata e immigrazione, ha collaborato con l’Unicef e fondato l’associazione Museomigrante. 

Guarda la galleria delle immagini

Circolo dei Lettori, il 16 gennaio
La seconda edizione del Premio

29 Dicembre, 2022

con Massimo GianniniMarco RevelliGian Giacomo Migone e i giurati Paolo GriseriMarina FortiSimona Carnino e Vincenzo Vita, saluti di Silvia Garbarino Stefano Tallia, modera Marinella Venegoni

Proclamazione dei vincitori del premio annuale destinato a un giornalismo di inchiesta e di analisi in lingua italiana nel campo della politica e della società internazionale, nato nel 2018 a 9 mesi dalla scomparsa di Mimmo Cándito.

Dopo 77 anni, nel 2022 il concetto di guerra è tornato a tutti familiare: ma per gente come Mimmo, tale dimensione dell’orrore umano è stata a lungo una realtà da vivere e raccontare con sprezzo del pericolo. Dopo il premio ai due designati – per l’Opera e per il Progetto – un pugno di grandi esperti di Giornalismo e Storia discuteranno di come si può tornare ai pericoli, alla fame e alla paura, e di come i reporter del III Millennio vivono e narrano una sfida antistorica e inattesa.

Per informazioni e iscrizioni ->

Gli editori dei giornali più autorevoli del mondo fanno appello agli Usa per Assange – La presa di posizione di Lula

30 Novembre, 2022

“Pubblicare non è un crimine” dicono New York Times, Guardian, Le Monde e Der Spiegel 

Il giornalismo non è un crimine, il governo degli Stati Uniti deve porre fine alla causa contro Julian Assange per aver pubblicato segreti di stato.

Dodici anni fa, il 28 novembre 2010, i nostri cinque giornali internazionali – New York Times, Guardian, Le Monde, El País e Der Spiegel – hanno pubblicato una serie di rivelazioni in collaborazione con WikiLeaks che hanno fatto notizia in tutto il mondo.

Il “Cablegate”, una serie di 251.000 messaggi riservati del dipartimento di stato degli Stati Uniti, ha rivelato corruzione, scandali diplomatici e affari di spionaggio su scala internazionale.

Nelle parole del New York Times, i documenti raccontavano “la storia senza veli di come il governo prende le sue decisioni più importanti, le decisioni che costano di più al paese in vite e in denaro”. Anche oggi, nel 2022, giornalisti e storici continuano a pubblicare nuove rivelazioni, utilizzando il tesoro unico di quei documenti.

Per Julian Assange, editore di WikLeaks, la pubblicazione del “Cablegate” e diverse altre fughe di notizie correlate ha avuto le conseguenze più gravi.

Il 12 aprile 2019, Assange è stato arrestato a Londra su un mandato di arresto degli Stati Uniti ed è ora detenuto da tre anni e mezzo in una prigione britannica ad alta sicurezza di solito utilizzata per i terroristi e i membri della criminalità organizzata.

Affronta l’estradizione negli Stati Uniti e una possibile condanna fino a 175 anni in una prigione americana di massima sicurezza.

Questo gruppo di giornalisti ed editori, che hanno tutti lavorato con Assange, nel 2011 ha sentito la necessità di criticare pubblicamente la sua condotta, quando sono state rilasciate copie integrali non redatte dei messaggi, e alcuni di noi sono preoccupati per le accuse sulla sua presunta complicità nel tentativo di intrusione informatica in un database classificato.

Oggi però ci uniamo tutti insieme per esprimere le nostre gravi preoccupazioni per il continuo perseguimento di Julian Assange per aver ottenuto e pubblicato materiali classificati.

L’amministrazione Obama-Biden, in carica durante la pubblicazione di WikiLeaks nel 2010, si è astenuta dall’incriminare Assange, spiegando che avrebbero dovuto incriminare anche i giornalisti dei principali organi di stampa.

Quella loro posizione ha difeso la libertà di stampa, nonostante le sue conseguenze scomode.

Sotto Donald Trump, tuttavia, la posizione del governo è cambiata. Il Dipartimento della Giustizia si è basato su una vecchia legge, l’Espionage Act del 1917 (una norma pensata per perseguire potenziali spie durante la prima guerra mondiale), che non è mai stata utilizzata per perseguire un editore o un’emittente.

Questa accusa stabilisce un pericoloso precedente e minaccia di minare il primo emendamento della Costituzione americana e la libertà di stampa.

Ottenere e divulgare informazioni sensibili quando è necessario nell’interesse pubblico è una parte fondamentale del lavoro quotidiano dei giornalisti.

Se questo lavoro viene criminalizzato, il nostro discorso pubblico e le nostre democrazie sono resi significativamente più deboli.

Dodici anni dopo la pubblicazione dei “Cablegate”, è tempo che il governo degli Stati Uniti ponga fine alla causa contro Julian Assange per aver pubblicato segreti di stato.

Pubblicare non è un crimine.

Gli editori e la redazione di

New York Times Guardian
Le Monde
Der Spiegel

El País

Versione originale pubblicata dal Guardian e tradotta in italiano

La presa di posizione di Lula

Comunicato Ansa

(ANSA) – BUENOS AIRES, 29 NOV – Il presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva ha incontrato ieri il caporedattore della piattaforma WikiLeaks, Kristinn Hrafnsson, chiedendo che Julian Assange “sia liberato dalla sua ingiusta carcerazione.


    Via Twitter Lula, che si insedierà alla presidenza del Brasile l’1 gennaio prossimo, ha reso noto di essersi incontrato con “Hrafnsson, e con il giornalista Joseph Farrell, che mi hanno informato sulla situazione sanitaria e sulla lotta per la libertà di Julian Assange”.


    “Ho chiesto loro – ha sottolineato – di inviare (ad Assange) la mia solidarietà”. Auspico, ha concluso, che “Assange sia liberato dalla sua ingiusta prigionia”.
    La presa di posizione di Lula avviene all’indomani della diffusione da parte di cinque quotidiani (New York Times, Guardian, Le Monde, Der Spiegel e El Pais) di una lettera aperta in cui si chiede agli Stati Uniti di far cadere le accuse contro Assange in nome della libertà di stampa. (ANSA).


Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi.

L’autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.